Wine tour in Lavaux

Cioccolato, formaggio, acqua minerale purissima: quando si pensa a cibi e bevande tradizionali svizzere le prime cose che vengono in mente sono queste. A un evento AIS ho però scoperto il Lavaux, nel cantone Vaud, una zona con una cultura enologica tra le più importanti d’Europa.

Il Lavaux è una striscia di terra lunga circa 30 km sulla sponda nord orientale del Lago di Ginevra (o Lac Leman come lo chiamano da queste parti). Qui le uve vengono coltivate in vigneti terrazzati che si inerpicano sulle colline, un territorio di strade strettissime e bruschi saliscendi che mi hanno ricordato moltissimo la Liguria.

In questo territorio è lo Chasselas a farla da padrone, un vitigno a bacca bianca che in Italia è coltivato anche in Emilia con il nome di Saslà.
La produzione di vino Chasselas avviene in purezza o mista ad altri vitigni locali: trovare un luogo per degustarlo è semplice.

Vinorama è la tappa obbligata per chiunque voglia scoprire la cultura enologica di questa zona: da qui partono visite guidate e vengono organizzati seminari a tema, ma troverete soprattutto una selezione enorme delle migliori bottiglie provenienti dalle cantine del territorio, da degustare subito oppure portare a casa.

Nella città di Vevey, “capitale” del Lavaux, si possono trovare numerose enoteche e wine bar dove accompagnare il vino a specialità locali.
Qui viene organizzato uno degli eventi a tema wine più antichi al mondo, la Fête des Vignerons, un festival di arte, musica e grandi performance artistiche dove viene celebrata la tradizione enologica elvetica.
L’evento nasce nel 1700 e ci sono solo 5 edizioni per ogni secolo (si, avete letto bene), l’ultimo nel 1999 e il prossimo nel 2019: comincerò a tenere d’occhio i biglietti!

Per me però era fondamentale trovare una degustazione dove poter vedere dal vivo l’aspetto locale e umano del prodotto: sono stata fortunata!
Le strettissime strade del Lavaux sono infatti piene di piccoli chioschi gestiti direttamente dai viticultori dove si può degustare il vino direttamente nel mezzo della vigna dove è cresciuta l’uva.
Complice anche una giornata nuvolosa e con pochi turisti in giro, sono stati gentilissimi nel raccontarmi tutti i dettagli dei vini che offrivano.

Ho voluto provare soprattuto Chasselas in purezza per sentire appieno il sapore del vitigno: erbaceo, minerale, una nota di miele, poco aromatico ma ben bilanciato da un tono morbido che prende con il giusto invecchiamento.