Vinitaly 2017: stay curious! – 2a parte

Fedele al mio mantra di quest’anno, proseguo sulla scia della curiosità e porto la mia amica sommelier Angelica in Liguria, per vedere se ci fosse ancora qualcosa che ancora non conoscevo di casa.

Incontro un produttore a me noto ma che la mia compagna di degustazioni non conosce: Foresti, un nome e una garanzia quando parliamo di Rossese di Dolceacqua.

Il Rossese di Dolceacqua – che non va assolutamente confuso con il Rossese della Riviera di Ponente Ligure (altra storia e altro disciplinare di produzione) – è un vitigno autoctono della val Nervia e limitrofe, un vino rosso, di colore rubino che arriva al granato se invecchiato, al naso vinoso con sentori di frutta rossa, in bocca morbido e caldo.

Per chi cercasse una vera rarità esiste anche un Rossese bianco, il Ruzzese, un altro vitigno autoctono quasi scomparso che unito al Vermentino dà origine al Rossese Bianco.
Naso intenso con note fruttate e agrumate, in bocca ha una buona persistenza: solo i più curiosi (e i più fortunati) potranno trovarlo!

Dopo un saluto a casa, ritorniamo all’estero e ci avviciniamo allo Stand dell’Ungheria dove ci aspetta Villa Sandahl, il maggior produttore di Riesling del paese.

I Riesling sono la mia passione e inizio con il primo bicchiere dal nome evocativo: Bella Sunrise.
Annata 2015, tasso alcolometrico importante (13,5%) al naso un’esplosione di fiori gialli e frutta a polpa gialla. Perde un po’ in bocca dove risulta dolce e poco persistente.

Proviamo allora il Wet Stones, un altro Riesling sempre della stessa azienda. Lo trovo poco differente da quello precedente, grande al naso e meno in bocca.

Per chiudere la giornata, Giappone: it’s sake time!

La mia curiosità per questa bevanda nasce dopo aver visto documentari su Netflix e soprattutto grazie a qualche bottiglia che ho avuto modo di assaggiare negli ultimi anni.

A Vinitaly incontro Simone che mi accoglie allo stand di Sake Company dove per prima cosa scopro che un gran Sake nasce dalla base: riso, acqua e koji, la muffa fondamentale per la fermentazione del prodotto.

Carne, formaggio o pesce? Ogni Sake ha il suo abbinamento perfetto e Simone mi guida in questo percorso.

Secco, intenso e corposo, l’Hatsumago Dry è perfetto per un sashimi mentre per i formaggi erborinati o piccanti il Dewanoyuki Kimoto è la bottiglia ideale ideale da ordinare. Sempre se riesco a pronunciarlo correttamente!

Chiusura incredibile di questa esperienza giapponese, un metodo classico fermentato in bottiglia: Ninki Sparkling Red, un sake frizzante dal delicato colore rosato.

Per chi come me è incuriosito da questa bevanda e vive a Milano, consiglio di fare un salto da Sakeya, la prima House of Sake europea a Milano, oppure partecipare a uno dei tanti eventi che organizza La Via del Sake, un’associazione culturale che promuove il nihonshu e la cultura del bere giapponese.

Domo arigato, Vinitaly!


Per informazioni:
Foresti – Camporosso, IM
www.forestiwine.it

Villa Sandahl – Badacsony, Ungheria
www.villasandahl.com

Sake Company – importatore e distribuzione di sake giapponese di qualità e referente italiano della Sake Sommelier Association.
sakecompany.com

Associazione Culturale La Via del Sake – Centro culturale sul sake e l’enogastronomia giapponese. Organizzatore del Milano Sake Festival .
laviadelsake.it